Bush scrive a Babbo Natale

 
BUSH SCRIVE A BABBO NATALE

di George W. Bush

Caro Papà Natale, è George W. Bush che ti scrive, l’uomo più potente della terra ma molto affezionato alle vecchie tradizioni. Visto che le feste di fine anno si avvicinano, immagino tu stia già preparando il sacco con i doni da portare ai bambini. Io ho già fatto l’albero con gli addobbi natalizi alternando il nero della Blackwater alle sfere della Patriotshop, con l’omino di neve che sventola una bandiera americana. Ho anche preparato i regali per gli amici del Pentagono e di Israele. Tra missili terra-aria e bombardieri vari ho speso il classico occhio della testa, speriamo che servano almeno ad acchiappare un vero terrorista e non quei disgraziati di Guantanamo che finora mi hanno dato solo grattacapi. Ai marines ho regalato invece la bibbia con la copertina di alluminio, molto più resistente dei paperbacks che nelle zone di guerra sono poco indicati. Per renderla più bella, ci ho fatto incidere sopra la data dell’11 settembre, in modo che non dimentichino che l’America è sotto attacco e bisogna difenderla. E infine, ai ragazzi della CIA ho regalato un po’ di dischi da far ascoltare ai prigionieri per almeno ventiquattro ore continuate a tutto volume. Per la verità, loro avrebbero preferito farsi una week end in Europa come nel 2002 ma Cheney mi ha chiesto se non ero per caso diventato matto. Dobbiamo ancora finire di pagare il conto del Grand Melia di Palma di Majorca dove, con la scusa di rincorrere il Mullah Omar, sei uomini della CIA hanno pasteggiato a champagne per due settimane.

Avrei voluto regalare qualcosa anche ai bambini ma non avevo più soldi e poi so che ci penserai tu. A proposito, sperando di non offenderti vorrei darti qualche consiglio di ordine pratico. Per i maschietti avrei pensato al cecchino “Operazione Iraqi Freedom”, che ha anche la baionetta come i soldati veri. Per le bambine, c’è invece “Jennifer”, una soldatessa armata fino ai denti con tanti accessori. Ti prego, non ascoltare quelle lagne dei pacifisti che sconsigliano i giochi di guerra. I ragazzini vanno pazzi per le armi e un Natale senza fucili, pistole, granate o video-giochi in cui si vedono gli arabi saltare in aria potrebbe traumatizzarli. Pensa che anche i miei ragazzi, quelli che hanno liberato Fallujah, sognano di trovare sotto l’albero almeno il Monopoli “Forze Armate”. Si gioca in tre o quattro fingendo di acquistare armi potenti e di comandare l’esercito americano, il più efficiente che sia mai esistito al mondo. Un giocatore vende un carro armato e in cambio si prende un battaglione di marines, è molto eccitante. Lo consiglio anche per i bambini, chissà che tra una partita e l’altra non scoprano che fare la guardia ad una polveriera è infinitamente più divertente che drogarsi.

E poi l’industria delle armi giocattolo tira qualche milioncino di dollari l’anno, perciò ti prego di non deludermi. Anzi, fa in modo che anche i pargoletti più piccoli si adeguino alle tendenze del mercato. Per loro, la Blackwater ha realizzato i deliziosi orsetti in peluche con la T-shirt nera con il logo dell’agenzia. Ci sono anche le dolcissime tutine per pupi appena nati, rosa e celesti, sempre con il logo Blackwater. Per male che vada, da grandi diventeranno almeno mercenari.

Per i fratellini più grandi, ma anche per i papà, mi permetto di suggerire i video giochi della serie Kuma Wars. Sono talmente realistici che pare di essere veramente in guerra, c’è anche la battaglia di Fallujah, con tanto di case fatte a pezzi e rovine fumanti. Afghan Higlands è però il mio preferito. I giocatori si battono all’ultimo sangue con i talebani e con al qaeda nello stesso momento. Tanto si tratta di un gioco e non è che la gente sta lì a chiedersi perché i marines abbiano fino ad ora bombardato solo i civili. Anche l’esercito americano produce video-giochi destinati ai ragazzi che da grandi sperano di diventare eroi di guerra. I personaggi sono molto simili a dei veri militari, anche perché sono loro che li hanno realizzati a loro immagine e somiglianza. La missione del gioco è superare il durissimo addestramento e sfuggire al nemico. Si gioca da soli o in compagnia, ogni ragazzo può scegliere se arruolarsi nei marines o in un altro corpo. Pensa che per realizzare ogni gioco abbiamo speso 45 milioni di dollari, ma il divertimento è assicurato.

Ai papà che hanno tutto e comunque a tutti quelli che preferiscono acquistare per conto loro cravatte e calzini potrebbe far piacere ricevere un abbonamento annuale per il Golf Club di Kabul. La vita quotidiana in Afghanistan è molto creativa, i ristoranti sono chiusi ma i tanti cimiteri sparsi qua e la restano aperti per molte ore del giorno. Il campo da golf è un po’ brullo ma almeno le mine sono state tolte. Manca la Club House, al suo posto c’è una vecchia baracca militare. I caddies, ragazzi addetti al trasporto delle mazze, devono arrangiarsi con la custodia di un vecchio kalashnikov ma pazienza, prima o poi anche loro avranno le sacche in pelle di elefante che nei paesi capitalisti vanno a ruba anche se costano tremila l’euro l’una.

Per le mamme, dimentica quei terribili schiaccianoci che somigliano a Hillary Clinton o le t-shirt con la faccia di Obama. Povere donne, con i bambini da accudire e un marito brontolone non hanno mai un attimo di tempo. Sono sicuro che un robot-aspirapolvere sarà il regalo ideale. La versione “Verro”, ha anche le ruote e pulisce da solo la piscina, il giardino e la cuccia del cane. Pensa che lo hanno realizzato i tecnici del DARPA, l’agenzia americana per l’avanzamento tecnologico. Ci costa quattro miliardi di dollari l’anno ma produce cose incredibili: elmetti volanti, rigeneratori per far ricrescere i tentacoli dei polpi, macchine teleguidate, aerei a molla, tutte cose utilissime. Se la mamma viaggia spesso, il regalo giusto è sicuramente I-connect, altra meraviglia prodotta dal DARPA. Non perde di vista i bambini quando la mamma è lontana e permette di comunicare con il cane di casa anche se si è a mille chilometri di distanza. Noi usiamo il tipo industriale nei rastrellamenti e ai check-points, peccato che ogni tanto si blocchi e i soldati se ne accorgano solo dopo aver compiuto una strage ma che vuoi, sono inconvenienti che possono capitare.

Beh, io scappo, ho ancora una cartolina da mandare al mio amico AZZZ, ho scelto quella con la scritta “Bombardiamo l’Iran per la Pace”. E’ veramente bella, con l’esplosione nucleare in rosso su fondo bianco. Ma non sarà un po’ poco? Che dici, gli mando almeno un pandoro?

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