DE RISUS NATURA

Assonanze e distanze intorno al tema il "sorriso e l’ironia" di Momò Calascibetta.
Ritratto d'ignoto di Antonello da Messina

La Fondazione Culturale Mandralisca di Cefalù propone ai suoi frequentatori un percorso artistico e culturale da vivere insieme. Quest’anno, per i suoi contenuti e le sue evocazioni, il percorso ha per titolo: “Il sorriso e l’ironia”.
E’ proprio all’interno di questo contesto, così saldamente legato al sorriso del “Ritratto d’uomo” di Antonello da Messina, e all’ ironia con cui esso accoglie chi varca la soglia del Palazzo Mandralisca, che viene a inserirsi, con assonanze e distanze, la mostra “De risus natura”, dell’artista Momò Calascibetta.
In quello stesso spazio fisico che accoglie antiche collezioni e ritratti d’antenati che ci osservano dall’alto, privi di sorrisi.

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Jolly, ritratto ben noto all’autore-cm.40×30-acrilico 2006

DE RISUS NATURA
TRENT’ANNI DI DOLCI SORRISI, SOSTANDO NELLA LUCE ACCECANTE.
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“Il Mandralisca non è il MoMA di New York” così  esordisce Momò Calascibetta parlando di se stesso e della  mostra, ma è proprio da questa piccola ma importante realtà museale e dal Ritratto d’uomo di Antonello che parte la sua esperienza e la sua formazione visiva e culturale che lo ha portato dal 1975 ad oggi a cambiare spesso pelle e anche punti di vista ma mai l’identità e l’uso, nella sua affermazione e nella sua negazione, del sorriso e dell’ironia. La modernità e l’universalità dell’arte di Antonello da qualsiasi luogo si irradi, se periferia o centro del mondo, mantiene intatto il potere espressivo ed estraniante delle figure ritratte nei limiti della loro uma-
nità , indagate e spesso derise in questo affascinante e universale gioco psicologico tra il ritratto e colui che lo ritrae.  L’opera dell’artista satirico e grottesco Momò  con il suo approccio alla realtà attraverso lo sguardo impietoso dell’ironia, strumento di denuncia sociale ma nello stesso tempo distacco e potenzialità estrema di lettura e giudizio dei limiti dell’uomo,  è prova  del perpetuarsi e del rinnovarsi del messaggio di Antonello da Messina  nell’espressione artistica contemporanea.
I toni satirici sottolineati da colori  in contrasto, vivaci e  carichi di vita, dalle figure studiate e definite da miriadi di segni, stordiscono e stupiscono  suggerendo diversi piani di lettura, aprendo a particolari infiniti. Ogni opera  crea un mondo parallelo in cui la figura umana è rappresentata sempre con i toni satirici dell’eccesso espressi dalla mole delle figure, dalla caratterizzazione dei volti e  dagli sfondi delineati  da un volutamente eccessivo virtuosismo del segno.
L’evento espositivo, comprendente ventisei opere pittoriche  e due sculture realizzate dal 1975 al 2007, allestito nella sala mostre all’interno del percorso museale permanente della Fondazione Mandralisca, affronta il tema del sorriso nei suoi molteplici aspetti: il sorriso dei potenti, dei carnefici, dei gaudenti, della gioia ma anche il sorriso negato dei bambini indifesi nei disastri della guerra e nelle discariche del mondo "raccontato dalle fogne fino al cielo stellato” creando un dialogo ideale e reale con il capolavoro Antonelliano

 Stefania Randazzo

..." l’enigma di quel sorriso mi condusse, durante il mio percorso creativo, in un labirinto di sorrisi: erano i sorrisi sadici dei carnefici, dei lussuriosi e degli ingordi, i sorrisi dei gaudenti e degli infidi,i sorrisi dell’amarezza e della gioia, che si incarnavano nella folla dei miei personaggi e venivano a popolare la mia opera"…
… "Qui, nell’isola mia, in Sicilia, il sorriso dell’ignoto di oggi si scompone e diviene “annacamento”, ignavia, limbo, capriccio, ferocia, grasso untuoso che veicola liquami. Allora, se il sole dell’isola nei secoli si è fatto ancora più forte, producendo ombre assassine, resta, ai forti marinai, sostare nella luce accecante e attendere vigili".

Momò Calascibetta

TRENT’ANNI DI DOLCI SORRISI, SOSTANDO NELLA LUCE ACCECANTE…

La Sicilia è sempre quella di Antonello da Messina.
Il Museo della Fondazione Mandralisca di Cefalù non è certo il MoMA di New York e gli artisti, come allora, sono marinai erranti da un porto all’altro. Sono come uccelli migratori, e insieme alle loro opere si perdono e si ritrovano durante il viaggioche dura tutta la vita.
Dopo la morte, il motu continua. Le opere, diventano simulacri, si aggirano, ricompaiono poi all’improvviso sui bancali dei negozi, delle botteghe, delle spezierie, finché un giorno qualcuno non le riconosce, le chiama per nomee le prende con sé. Per un momento la stasi è salutare e l’opera così è finalmente protetta.
Ladro, di notte, rubavo nelle tasche dei pantaloni di mio padre, i soldi per comprare i colori e i fascicoli di storia dell’arte che allora uscivano in edicola settimanalmente.
Di giorno, munito di biglietto ferroviario, raggiungevo i luoghi per me possibili, dove le opere erano esposte. "L’ignoto marinaio" di Antonello mi attirava irresistibilmente, almeno due volte al mese; i miei amici credevano che a Cefalù andassi a trovare una ragazza francese che mi dava tormento. Si trattava invece di un uomo chiuso in una stanza, che mi sorrideva volendosene restare a me ignoto. L’enigma di quel sorriso mi condusse, durante il mio percorso creativo, in un labirinto di sorrisi: erano i sorrisi sadici dei carnefici, dei lussuriosi e degli ingordi, i sorrisi dei gaudenti e degli infidi.
I sorrisi dell’amarezza e della gioia, che si incarnavano nella folla dei miei personaggi e venivano a popolare la mia opera. Una di queste "Piazza della Vergogna a Palermo" fu esposta nel 1989, nella galleria Philippe Daverio a Milano. E’ lì che Vincenzo Consolo arriva ed e lì che per la prima volta lo incontro. "Nulla è sciolto da cause o legami " come egli stesso dice!
Il Museo Mandralisca mi propone oggi di realizzare una mostra, accanto al "ritratto dell’Ignoto marinaio". L’invito mette insieme i miei ricordi e il moto tumultuoso dell’anima dell’antico ragazzo, mi fa tornare indietro nella mia memoria ed accogliere la richiesta senza esitare: De risus natura è il titolo scelto e condiviso.
In questi trent’anni anni di attività ho attraversato l’Italia partendo dalla Sicilia e in De risus natura ho raccolto ventotto opere che sono una sintesi del lavoro svolto tra Palermo e Milano, dove il sorriso nelle sue infinite variazioni conduce, come il filo di Arianna, a tutte le opere in mostra. In questi ultimi anni i miei sorrisi sono diventati molto amari perché appartengono ai bambini indifesi nei disastri delle guerre, nelle discariche delle metropoli, nei vicoli della Vucciria a Palermo e non opero censura al sorriso negato delle madri bambine frutto delle violenze del mondo. De risus natura è la necessità di raccontare il dramma di questo momento che tutti stiamo vivendo impotenti di fronte alla sterilità di un mondo, governato da squali che distruggono, violentano, sfruttano e ci costringono a vivere "dalle fogne sino al cielo stellato".
Il Museo Mandralisca non è il MoMAè: (…)"quel ritratto d’uomo, il suo sorriso ironico, pungente e nello stesso tempo amaro, di uno che molto sa e molto ha visto, sa del presente e intuisce del futuro, di uno che si difende dal dolore della conoscenza. Quest’uomo a mezzo busto dipinto su un portello di uno stipo, in quella giusta età in cui la ragione, uscita salva dal naufragio della giovinezza si è fatta lama d’acciai, che diverrà sempre più lucida e tagliente nell’uso.(…)Tutta l’espressione di quel volto è di ragione e d’ironia: equilibrio difficile e precario. Anelito e chimera in quell’isola mia, in Sicilia dov’è stata da sempre una caduta dopo l’altra, dove il sorriso dell’Ignoto si scompone
e diviene sarcasmo, pianto, urlo"… (Vincenzo Consolo, Il sorriso dell’ignoto marinaio.)

Qui, nell’isola mia, in Sicilia, il sorriso dell’ignoto di oggi si scompone e diviene “annacamento”, ignavia, limbo, capriccio, ferocia, grasso untuoso che veicola liquami. Allora, se il sole dell’isola nei secoli si è fatto ancora più forte, producendo ombre assassine, resta, ai forti marinai, sostare nella luce accecante e attendere vigili.

Momò Calascibetta

Il sorriso e l’ironia
DE RISUS NATURA

Momò Calascibetta
Opere 1975 - 2007

 
Dal 11 agosto al 30 settembre 2007
Palazzo Mandralisca, Cefalù

a cura di
Stefania Randazzo

Testi di
Nuccia Cesare
Momò Calascibetta
Stefania Randazzo

Fotografie
Tommaso Pellegrini

Video

Tommaso Lusena de Sarmiento

Progetto Grafico
Santo Eduardo Di Miceli

Stampa Tipografica e digitale
Officine tipografiche Aiello e Provenzano Fotograf

Catalogo
Fondazione Museo Mandralisca

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