Non vi è giustizia nella fortuna.


quelli che scrivono con chiarezza

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momò alle prese col computer


Quelli che scrivono con chiarezza hanno dei lettori, quelli che scrivono in modo

ambiguo hanno dei commentatori. (A. Camus)

Il talento è quella caratteristica di un individuo che gli permette di spiccare in una particolare attività.


Esempi ce ne sono a bizzeffe, basti pensare a uno sportivo (come Valentino Rossi) o a un musicista (come Mozart) eccellenti.

Sinonimi di talento sono: inclinazione (predisposizione, disposizione, propensione, tendenza), attitudine, vocazione, destrezza, virtù, genialità, avere la stoffa, e chi più ne ha ne metta.
Una caratteristica indissolubile del talento è quella di essere innata. In parole povere: si può nascere talentuosi, ma non lo si diventa.
Col passare del tempo mi rendo conto di provare fastidio per i talenti altrui. Badare bene: non verso le persone che hanno la fortuna di possederne, soprattutto se riescono a mantenere un corretto atteggiamento di umiltà, un profilo basso (e non di sprezzante esternazione come fanno alcuni).

Quello che mi risulta odioso, è l’importanza, il peso che si dà al talento.


Mi spiego con un esempio. Due musicisti, identici in tutto, studiano per un certo numero di anni il pianoforte. Uno dei due, quello particolarmente portato, diventa un compositore di successo e viene osannato in tutto il mondo, l’altro suona come pianobar nei locali alla buona.

Già un esempio banale come questo mi fa sentire quanto sia ingiusto (almeno eticamente) tutto questo. Il primo musicista la propria speciale abilità l’ha avuta gratis dalla natura: quale è il suo merito?

Una persona merita il proprio talento, la propria fortuna?


Il discorso è al netto dall’impegno che ciascuno (e quindi anche il genio) deve riporre nella propria attività: studio, esercizio, allenamento, sforzo, ecc… È naturale che anche il più bravo del mondo, se non esercita la propria abilità la perde, la spreca.
Secondo me, la fortuna non è una abilità.
Prendiamo una modella. Sarà una donna bella, bellissima, irraggiungibile… ma perchè trattarla come una dea? Oltre alle diete e alla ginnastica che fan tutte le sue colleghe, quale è il suo merito? Nessuno. Il resto è gratis, innato è fortuna.

Il meccanismo, l’algoritmo se vogliamo, con il quale si distribuisce la fortuna al mondo è senz’altro sbagliato.


Non c’è giustizia nella fortuna.

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Momò c’è

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3 Commenti a “Non vi è giustizia nella fortuna.”

  1. valerio v. scrive:

    Ottimo, caustico Momò con-cordo sulla linea. Contenuti pieni, complimenti.

    A tot

  2. Giacomo Montana scrive:

    Una donna torturata può divenire poetessa.

    UN ITALIA IN TUMULTO PER LE MORTI BIANCHE, CHE SENSAZIONE PROVIAMO?
    di Giacomo Montana

    E’ una vergogna nazionale quello che viene fatto continuare a fare accadere, facendo causare incidenti sul lavoro e morti bianche! Vi è sempre un lavorare “da morire”, lasciato continuare senza scrupoli. Altro che nascondersi cambiando nome ai partiti!

    Queste morti non sono solo disgrazie, ma precise responsabilità, causate per la rincorsa del massimo profitto imprenditoriale per il quale, in molti casi, si ricorre persino a facili sub-appalti con nulla o scarsa sicurezza nei posti di lavoro. La tutela della salute dei lavoratori è ancora troppo inesistente e se il malcapitato dopo l’incidente rimane in vita, ma menomato, accade anche che viene beffato e deriso, senza fare concedere i suoi diritti di legge e di contratto, aggiungendo dolore al dolore e altri infiniti danni indicibili alla persona. La luce, sul contesto delle morti bianche, viene ogni volta fatta investire da una apposita tempesta di sabbia, che nasconde tutto il marcio che esisteva prime degli incidenti sul lavoro!

    Una nebbia di sabbia che permette a chi ha omesso di applicare le normativa anti-infortunistiche di uscirsene tranquilli e beati, perché vergognosamente impuniti con mille sporchi cavilli studiati ad hoc da qualcuno, che ne riceve persino notevoli benefici economici! Il silenzio delle vittime sul lavoro, quelli deceduti compresi, non rimbomba onestamente nei cuori di coloro che hanno cariche di governo, tanto che tutto resta come prima e peggio di prima. Si sa solo promettere interventi che poi non arrivano, ingannando la povera gente che lavora.

    Viene così dimostrato al popolo, che la politica italiana è lontanissima dai lavoratori, da quello che pensano i cittadini elettori, dal buonsenso che vorremmo tutti constatare e vedere operativo nei personaggi del mondo della politica. Gli infortuni sul lavoro sono e restano un problema sociale che, dicono gli esperti, potrebbe essere risolto con grandi vantaggi anche per l’economia, ma evidentemente a qualcuno resta infinitamente più comoda l’inerzia, l’indifferenza e la tacita complicità sul male che viene inflitto alle maestranze e alle loro famiglie.

    Martin Luther King disse: “io ho un sogno, la nonviolenza” ma disse anche: “Non ho paura delle parole dei violenti, ma del silenzio degli onesti”.

    Per capire meglio i livelli della illegalità, persino contro disabile per motivi di servizio, potete visitare il sito:

    http://www.mobbing-sisu.com e

    http://sisu.leonardo.it

  3. mario scrive:

    che strana la vita
    spero almeno che il talento risplenda anche tra gli “stracci”, ma come non darti ragione per quello che proponi!
    Io che vivo nella scuola, so quanti talenti potenziali si perdono nei disimpegni di ogni giorno (parlo degli alunni)
    Mario

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